Preghiera a Santa Elisabetta della Trinità


“Mio Dio, Trinità che adoro, aiutami a dimenticarmi interamente per stabilirmi in Te, immobile e quieta come se la mia anima fosse già nell'eternità; che nulla possa turbare la mia pace o farmi uscire da Te, mio Immutabile, ma che ogni istante mi immerga sempre più nella profondità del tuo mistero!”
Si chiede la grazie rivolti alla Santissima Trinità ...


Pater Ave Gloria

Santa Elisabetta della Trinità, carmelitana


Figlia di un capitano, Élisabeth Catez nacque nel 1880 nel campo militare di Avord vicino a Bourges nella Valle della Lorina in Francia. Alla tenera età di sette anni è orfana del padre.
Elisabeh scoprì la sua vocazione ben presto, ma dovette lottare con la madre che si opponeva al suo desiderio di consacrare la sua vita a Dio.
Nella nuova residenza a Digione, il convento delle Carmelitane Scalze si trova ad appena duecento metri dalla casa della famiglia Catez: il 2 Agosto del 1901 Elisabeh realizza il suo desiderio, la sua vocazione e prende il nome di Elisabetta della Trinità.
Santa Elisabetta della Trinità (Elisabetta in Ebraico significa casa di Dio), amante della musica e del creato in goni sua manifestazione, affascinata dagli insegnamenti di San Paolo e San Giovanni della Croce, durante la sua breve vita, nei suoi brevissimi anni di vita conventuale, sperimenta un'intensissima intimità con Dio, il Dio Trinitario, Dio Padre Dio Figlio Dio Spirito Santo, superando prove spirituali indescrivibili, come è consueto che accada ai Mistici più vicini alle Realtà Celesti.
Santa Elisabetta della Trinità fu beatificata da papa Giovanni Paolo II e canonizzata da papa Francesco nel 2016.

Alcuni suoi pensieri:

“Che bella cosa pregare l'uno per l'altro, darsi appuntamento presso il buon Dio, dove non esiste più né distanza né separazione”.
“Trovo il Signore ovunque, tanto facendo il bucato quanto stando raccolta in preghiera.”.
“Io penso che in paradiso la mia missione sarà di condurre le anime oltre se stesse, al fine di slanciarsi a Dio con un movimento semplice d'amore, e di mantenerle in quel fertile silenzio che permette a Dio di comunicare se stesso a loro e di trasformarle in lui”.
“Io penso che in paradiso la mia missione sarà di condurre le anime oltre se stesse, al fine di slanciarsi a Dio con un movimento semplice d'amore, e di mantenerle in quel fertile silenzio che permette a Dio di comunicare se stesso a loro e di trasformarle in lui”